Non solo mascherine e distanziamento sociale. Al centro della ripartenza del Paese ci sono esigenze nuove come la sanificazione continua degli ambienti di lavoro. Un ambito in cui le aziende italiane si sono dimostrate particolarmente attive con alcune che si sono riadattate ed altre che sono nate ex-novo. Tra queste ultime c’è ad esempio la RayBotics, startup che ha creato il primo robot italiano per la sanificazione degli ambienti interni. L’automa si chiama Phs (Pro Health System) ed è in grado di combinare la capacità di calcolo dell’intelligenza artificiale con la potenza di un robot che usa sia raggi UV-C che ozono per debellare i patogeni presenti sulle superfici. Il robot quindi può sanificare aziende, luoghi di culto, uffici e negozi e alimentari in 20 minuti. L’idea è venuta a Fabio Greco ed Enzo Catenacci, due nomi storici della robotica italiana rispettivamente fondatori di realtà come la Klain Robotics e il Gruppo Purity. «Erano i primi di marzo – racconta Greco – quando analizzando le tecnologie utilizzate fino a quel momento per la sanificazione industriale, ci siamo subito resi conto che i dispositivi attualmente sul mercato (di cui nessuno italiano peraltro) utilizzavano tutti con successo gli Uv-C ma avevano un grande limite perché non erano in grado di disinfettare le zone d’ombra non colpite dai raggi».

Il prodotto

Da qui la necessità di integrare un erogatore di ozono che fosse capace di estendere l’efficacia del dispositivo e che, ora, dopo una fase di test, è in grado di sanificare un ambiente chiuso, senza persone, in massimo 20 minuti. Il prodotto è già in commercio e l’azienda ne realizza – esclusivamente in Italia – tra gli 8 e i 10 al giorno destinandoli sia al nostro che ad altri Paesi. L’intenzione però, non è quella di fermarsi. Greco e Catenacci infatti stanno già progettando nuove versioni con tecnologia integrata ai droni.

Phs Messaggero